Londra dall’appartamento

Vado tre volte l’anno a Londra.

Il crogiolo di popoli, di ragazzi, di business men, di turisti, è questo che stimola la creatività e mi da nuovi spunti per scrivere.

Quando arriva il sole primaverile è sempre un momento promettente, le giornate si allungano, la gente esce sempre di più, l’irradiamento del nuovo sole riscalda le strade.

La fioritura degli alberi è sempre un segno di rinnovamento, ma non quest’anno.

L’energia di Londra è attenuata; c’è malinconia nella brezza. Le persone si chiedono a vicenda, cosa sta per succedere? Come possono le piccole cose che ci legano a questa complicata città svanire così rapidamente?

Vivi in ​​una città per stare in mezzo alla folla, per essere sorpreso e divertito, per innamorarti e per farti un nome. Ma tutto questo e molto altro è in sospeso. Nei musei, Rothkos e Turner sono appesi alle pareti delle gallerie senza nessuno a fissarli o farsi abbagliare; ristoranti normalmente speronati, sono vuoti, sedie ammucchiate sui tavoli; Le cabine dei DJ mantengono un silenzio monastico: nessuno incontrerà l’amore della propria vita in questo bar stasera.

Londra è stata bruciata, bombardata e ammaccata molte volte nella sua storia e ogni volta si è ripresa; ha preso le macerie delle avversità e ne ha fatto qualcosa di migliore e più luminoso. Questa volta non è una guerra da temere ma un virus, eppure l’allontanamento sociale necessario per reprimere il suo progresso divora la città e il suo stesso significato. Ed è difficile convivere con il fatto che nessuno sa quando la richiesta di stare lontano da amici, vicini e colleghi verrà meno.

Ma quando tutto questo sarà finito? Ah, allora, voglio sorprendermi in una coda affollata al ristorante. Voglio sedermi al buio in un teatro affollato; infilarmi in una carrozza della metropolitana piena di festaioli notturni; uscire tutto il giorno in un bar; camminare tra i londinesi; abbracciare i miei amici.

Londra è stata lo sfondo della mia vita. Le sue strade custodiscono le mie storie e le mie speranze. Oh, Londra, odio quello che stai passando ma per favore non lasciare che questo ti faccia cambiare. Abbiamo bisogno che torni in te molto presto.

 

Rinaldo Ceccano