Il dietrofront di Lucidi è gravido di limiti

Annullata la decisione di realizzare l’impianto di compostaggio a Sezze Scalo. Il dietrofront di Lucidi anticipa di qualche mese la decisione del Ministero di bocciare la richiesta presentata. La revoca della delibera è stata decisa dal Sindaco di Sezze dopo la “moral suasion” di alcuni esponenti di spicco che lo hanno sostenuto durante le elezioni.

 

Le personalità che lo hanno contattato gli hanno evidenziato che il titolo di possesso dei terreni era un requisito indispensabile, che il progetto non era stato correttamente validato dagli uffici proposti, che il piano economico riportava errori marchiani.

 

Ovviamente si attendono le delibere poichè questa amministrazione ci ha abituato a dichiarazioni roboanti rimaste prive di atti consequenziali. Molti ricordano che sul primo studio di fattibilità si trincerò sulla necessità di fare presto e invece sapeva perfettamente che erano stati prorogati i termini di presentazione. Tutti rammentano l’impegno di Lucidi di rivedere il regolamento cimiteriale entro 60 giorni. Sono passati 5 mesi e tutto è rimasto immutato.

 

La nuova amministrazione perde la prima occasione

 

Resta comunque gravido di conseguenze lo scomposto tentativo di presentare la richiesta di finanziamento per realizzare l’impianto di trattamento dei rifiuti. Essersi incaponiti sull’impianto di compostaggio ha impedito di ragionare su altre ipotesi progettuali. Tutti i cittadini setini conoscono la necessità di ammodernare e revisionare il sistema di raccolta.

 

Un organico progetto di digitalizzazione e tracciamento dei rifiuti con annessa la sostituzione di tutte le strumentazioni è indispensabile per riordinare il servizio, intervenire sull’evasione e l’elusione. E’ la pietra miliare per chiudere il ciclo dei rifiuti, è fondamentale per ridimensionare lo “smaltimento autonomo” e il fiorire delle discariche abusive.

 

Il tifo da stadio, i pregiudizi e la fretta di consegnare un progetto hanno impedito di valutare altre proposte avanzate dalle associazioni come Legambiente. Pur annullando le delibere, restano i costi degli studi di fattibilità, l’evidente insipienza amministrativa concretizzatasi platealmente nell’incapacità di comprendere che il piano economico era sbagliato e che il titolo di possesso era un requisito indispensabile.

 

 

Il dietrofront di Lucidi disorienta i colonnelli

Il dietrofront di Lucidi disorienta i suoi colonnelli, che lo avevano sostenuto nonostante non fossero stati informati della scelta avventata. In ossequio al principio di fare squadra, molti consiglieri riottosi avevano ingoiato il rospo e si erano “immolati” sull’altare del “principio della maggioranza”. Nonostante le rassicurazioni di facciata, la decisione di annullare la delibera è stata poco apprezzata da consiglieri e assessori lasciati in trincea per due mesi. Molti esponenti di primo piano della maggioranza hanno dovuto rimangiarsi le precedenti posizioni espresse pubblicamente quando esplose il caso della Sep a Mazzocchio. O hanno dovuto rivedere le critiche formulate a Martella allorchè presentò una proposta simile. O hanno dovuto cancellare i post contrari e carichi di ironia scritti quando era stato approvato la realizzazione di un impianto per la produzione di biogas a Latina scalo.

 

Piccinella mastica amaro

La pubblica gogna alla quale i consiglieri si sono sottoposti, però, è stato un sacrificio inutile. Lucidi ha riportato indietro le lancette dell’orologio. Restano le altisonanti affermazioni sulla bontà della proposta. Rimangono le analisi sulla modernizzazione del paese sulla base di uno studio di fattibilità copiato e incollato, modificato giornalmente, e infine cestinato perchè carente sugli aspetti base. A onor del vero qualche consigliere che ha sempre espresso la sua contrarietà canta vittoria in cuor suo. La quasi totalità dei consiglieri mastica amaro, compresi quelli che si erano sfacciatamente intestati l’onore di aver determinato la proposta. Il ripensamento di Lucidi è la sconfitta del consigliere Daniele Piccinella che aveva anticipato il taglio progettuale di tatuare “la monnezza” come marchio del nuovo corso amministrativo.

 

 

Il dietrofront di Lucidi disarma i caporali

Il dietrofront di Lucidi assesta un durissimo colpo ai caporali sparsi nei diversi social. Sono i tifosi che ossessionati dall’auspicato cambiamento sposano e sostengono a prescindere ogni cosa. Molti caporali si erano spinti fino in Trentino per reperire esempi di impianti di compostaggio paradisiaci. Sui profili di tutto l’esercito social del “nuovo corso” campeggiavano foto e video di impianti di compostaggio che odoravano di pulito, ordinati come i magazzini di Amazon, con una composita fauna di rondini, pettirossi, lepri, istrici e caprioli. I più intelligenti avevano persino trovato un impianto di compostaggio che arricchiva di mirabolanti caratteristiche organolettiche la vicina produzione vinicola. Addirittura ci hanno fatto conoscere impianti di compostaggio che avevano all’interno spazi allestiti per eventi culturali. Qualcuno si era spinto persino a osannare il nuovo corso perchè agganciava Sezze ai trend del mercato del concime; che poi confondessero l’Urea con il compost è solo un dettaglio insignificante…

La giravolta di Lucidi ha reso tutto vano. Anzi, ha aperto il vaso di Pandora, facendone uscire tutti i limiti e le contraddizioni.

 

La revoca rischia di diventare un rimedio peggiore del male

Lucidi in questo contesto corre il rischio che la decisione di revocare la delibera crei maggiori problemi di quanti ne avrebbe dovuti fronteggiare allorchè lo studio fosse stato respinto dal Ministero. E’ pacifico che ormai ogni sua proposta comporterà dei retro pensieri da parte della sua maggioranza. Cominciano a palesarsi diversi dubbi sulle capacità messianiche degli esperti di finanziamento che invece appaiono sempre più avulsi dal contesto storico, sociale e economico della città. Si è esaurita la luna di miele con l’opinione pubblica che attende i primi atti concreti dopo essere stata inondata di chiacchiere.

Nel vaso di Pandora era rimasta la spes. E adesso?

 

Rinaldo Ceccano