Mensa a San Francisco

C’è molto da dire su un pranzo in mensa con i colleghi; è un momento in cui i progetti possono essere discussi con disinvoltura, i fine settimana disfatti e i pettegolezzi trasmessi. A San Francisco, invece, c’è un problema. Il municipio ha un rapporto spesso difficile con le grandi aziende tecnologiche con sede in città, il che ha portato a numerose battaglie. L’ultima: le abitudini di pranzo dei dipendenti.

Lo scorso luglio due dei supervisori della città, Ahsha Safai e Aaron Peskin, hanno presentato un disegno di legge che avrebbe effettivamente vietato alle aziende tecnologiche di aprire caffetterie in loco e di offrire pasti gratuiti o scontati. Pasti gratuiti e sale da pranzo interne, sosteneva Safai, significavano che i datori di lavoro potevano esercitare un controllo eccessivo sui movimenti dei loro lavoratori durante la giornata lavorativa. La proposta ha ribollito lo stomaco di molte grandi aziende tecnologiche: vaste e luccicanti mense guidate da chef stellati Michelin sono diventate una parte standard dell’offerta che molte di queste aziende utilizzano per attirare potenziali dipendenti nell’ovile.

Ma potrebbe esserci un’altra verità al di là della lamentela iniziale del municipio: isolando i propri dipendenti dalle strade e dai quartieri in cui si trova la loro sede centrale, e consentendo così ai loro lavoratori di tenere in tasca i soldi del pranzo, aziende che prodigano delizie culinarie ai loro dipendenti in-house stanno, probabilmente, rapinando la paninoteca all’angolo.

L’ultima svolta? A settembre, il municipio ha ritirato la proposta, ma ha promesso di rivisitarla nell’anno a venire. C’è una soluzione semplice: – dai ai bar locali l’accesso ad alcune delle torte della mensa commerciale.

di Rinaldo Ceccano