Liberà… Uguaglianza e… Sobrietà??

“Mai più di un litro di vino al giorno”, ha esortato una campagna pubblica “Santé Sobriété” che ha abbellito le pareti dei caffè parigini negli anni ’50. I francesi hanno fatto molta strada da allora (gli studi dimostrano che bevono il 60% in meno) ma non abbastanza lontano dice l’Académie Nationale de Médecine del paese. Recentemente ha annunciato che il consumo di alcol aveva smesso di diminuire per la prima volta dalla seconda guerra mondiale e ha chiesto un’azione del governo. La potente industria vinicola francese ha reagito, accusando i medici di aver lanciato una “crociata contro il vino” contro il settore.

Rappresentata dall’ente commerciale Vin & Société, la contro-strategia dell’industria vinicola promuove le “tradizioni et valeurs” del vino nella società francese con campagne ed eventi che mettono in luce l’importanza culturale della viticoltura. Ad aprile ha ospitato una conferenza guidata dall’antropologa sociale Catherine Le Grand-Sébille, che ha esaminato il gusto, il patrimonio e la condivisione del vino. Vin & Société gestisce anche programmi per educare i bambini alla storia e alla produzione del vino.

I medici insistono sul fatto che promuovere l’idea del vino come bevanda più nobile è fuorviante per i consumatori. Eppure è un’idea che persiste nella mente di molti; sicuramente in quella del ministro dell’agricoltura Didier Guillaume, che a gennaio ha dichiarato che il vino “non è come gli altri alcolici” e che i ragazzi non si abbuffavano di bottiglie di Crozes-Hermitage o Costières de Nîmes.

Il novanta per cento dei cittadini francesi afferma di conformarsi alle linee guida del governo sul consumo di vino, che consiglia non più di 10 bicchieri a settimana. Un bicchiere di vin rouge è ancora visto come fortificante e buono per la digestione – carburante per la psiche nazionale. Fu Charles Baudelaire a dire: “Boire du vin, c’est boire du génie”. Molti cittadini francesi sono d’accordo, qualunque cosa ordini il medico.

di Rinaldo Ceccano